giovedì 22 luglio 2010



Il Sangue del tempo

Il Cairo, 1928.
Un orrendo delitto.
Ottanta anni
per risolverlo.


“Ormai era notte fonda, e le stelle
brillavano vivide sopra le Tombe dei
Califfi. Seleem urlò una prima volta.
L’eco del suo grido risalì lungo
gli edifici deserti che lo circondavano.
Senza alcun ragionamento,
d’istinto, aveva appena inventato
un linguaggio di cui quell’urlo eral’espressione più originale. Aveva
appena dato sostanza al terrore.
Prima che i suoi capelli divenissero
bianchi, riuscì a strillare una seconda
volta. E questa volta a parlare
fu il linguaggio del dolore.”


Marion, segretaria dell’Istituto di medicina legale di Parigi, è una testimone scomoda che la polizia nasconde nell’abbazia di Mont-Saint-Michel. Mentre aiuta il frate bibliotecario, Marion scopre il misterioso diario di un investigatore inglese, Jeremy Matheson, che nell’Egitto del 1928 deve fare luce su una serie di atroci delitti. Alcuni ragazzini dei sobborghi più poveri del Cairo sono stati strangolati da una creatura dalla forza smisurata: per la popolazione un ghoul, un demone vampiro, per Matheson un assassino tutt’altro che incorporeo, forse un uomo ricco e potente, temuto e rispettato. Mentre sprofonda nella lettura, Marion comincia a chiedersi come abbia fatto il diario a finire nella biblioteca di Mont-Saint-Michel. Forse un monaco è coinvolto in quel mistero? O forse c’è un legame occulto tra la vicenda di Marion e quell’antico enigma?

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