giovedì 22 luglio 2010




Crashers

È facile far cadere
un aereo.
Difficile è scoprire
come sia
potuto succedere.


“Ai piloti piace definire un aereo come duecentomila componenti che volano in formazione ravvicinata. Non tutte le parti sono vitali, ma molte lo sono. Proprio quelle possono causare una catastrofe se si rompono nello stesso momento. A volte non bastano due malfunzionamenti, ne servono tre. O quattro. A volte la componente che non funziona si chiama pilota. Le combinazioni sono infinite. Susan aveva sentito un matematico che si occupava di teoria del caos parlare di strade infinite in uno spazio finito. Sapeva che un’indagine su un incidente poteva assumere vita propria, prendendo connotati mitici e infiniti. Susan sperò che il CascadeAir 818 non fosse uno di quelli.”


Un aereo di linea si è schiantato al suolo vicino a Portland, nell’Oregon. Il dottor Tommy Tomzak, che si trova in città per un congresso, viene incaricato di coordinare le operazioni di soccorso. Soprattutto, deve isolare la scena del disastro affinché tutti gli elementi indispensabili all’indagine, dai resti sparsi alle scatole nere, siano a disposizione dei “crashers”: gli specialisti – medici, ingegneri, piloti, informatici, esperti di esplosivi – che hanno il compito di scoprire le cause dell’incidente. Mentre FBI, terroristi e un’affascinante ex agente dei servizi segreti israeliani sono impegnati in una mortale partita a scacchi, prende corpo la più inquietante delle ipotesi: che l’incidente sia stato non solo un attentato condotto con tecnologie avanzatissime, ma la prova generale di un attacco ancora più efferato. E il tempo per sventarlo è quasi inesistente.



Le Ossa del ragno

Quando dalle acque tranquille di un lago del Québec affiora un involucro di plastica cono tenente resti umani, il compito di identificarli spetta a Temperance Brennan. Un lavoro di routine, per la brillante antropologa forense. Ma l’immagine di quel corpo tumefatto la inseguirà per giorni, per chilometri. L’uomo, ritrovato con indosso reggiseno e slip rosa, è morto per asfissia associata ad attività autoerotica: peccato che John Charles Lowery risulti essere già morto nel lontano 1968, mentre prestava servizio nell’inferno del Vietnam. Dove la sua passione per i ragni gli era valsa il soprannome di Spider. A chi appartengono, allora, le spoglie restituite quarant’anni prima alla famiglia Lowery e sepolte nel North Carolina? L’indagine sulle ossa senza nome porta Tempe da Montréal alle bianche spiagge delle Hawaii, dove ha sede il JPAC, l’ente responsabile dell’identificazione dei cittadini americani morti in guerra. Nei laboratori hawaiiani la vera storia di Lowery assume i contorni di uno scandalo che rischia di infangare per sempre la sua reputazione di soldato e di uomo. E di portare alla luce una trama segreta di sparizioni e identità violate che ancora oggi qualcuno è disposto a coprire a prezzo del sangue. Kathy Reichs si conferma regina della suspense con un thriller perfetto, dove ogni pagina scorre al ritmo febbrile della paura.


Il Filo che brucia

La notizia raggiunge Lincoln Rhyme nella sua casa-laboratorio di Central Park West: l’Orologiaio, l’unico criminale a essergli sfuggito, è stato avvistato all’aeroporto di Città del Messico. Rhyme sta già pregustando l’occasione di regolare i conti con la sua nemesi, quando al quartier generale dell’NYPD scatta l’allarme per un caso che richiede il suo intervento. Perché in pieno centro a Manhattan un autobus di linea è stato colpito da una violenta scarica elettrica che lo ha ridotto a una carcassa di metallo incandescente. La scena del crimine non lascia dubbi: qualcuno si è divertito a giocare con la rete elettrica della città, e quello che poteva sembrare un incidente è in realtà un attentato riuscito solo a metà. Poco dopo, infatti, il misterioso attentatore si fa vivo con la polizia per avanzare la sua esorbitante richiesta: una riduzione dei consumi elettrici così drastica da condannare New York alla paralisi. Mentre la task-force guidata da Rhyme segue la pista di un gruppo di ecoterroristi, i blackout e gli incidenti letali si moltiplicano, la città precipita nel caos e la minaccia elettrica rivela tutto il suo devastante potenziale distruttivo. Solo Lincoln Rhyme può sperare di sventare il piano criminale di chi sta trasformando New York in una gigantesca trappola mortale. Ma prima di incastrare il colpevole, Rhyme dovrà affrontare i fantasmi più reconditi della propria coscienza e del proprio passato. Evitando di lasciarci la pelle. Torna il personaggio più amato del maestro della suspense Jeffery Deaver, in un thriller teso e incalzante, percorso dalla sottile scossa della paura.


Il Sangue del tempo

Il Cairo, 1928.
Un orrendo delitto.
Ottanta anni
per risolverlo.


“Ormai era notte fonda, e le stelle
brillavano vivide sopra le Tombe dei
Califfi. Seleem urlò una prima volta.
L’eco del suo grido risalì lungo
gli edifici deserti che lo circondavano.
Senza alcun ragionamento,
d’istinto, aveva appena inventato
un linguaggio di cui quell’urlo eral’espressione più originale. Aveva
appena dato sostanza al terrore.
Prima che i suoi capelli divenissero
bianchi, riuscì a strillare una seconda
volta. E questa volta a parlare
fu il linguaggio del dolore.”


Marion, segretaria dell’Istituto di medicina legale di Parigi, è una testimone scomoda che la polizia nasconde nell’abbazia di Mont-Saint-Michel. Mentre aiuta il frate bibliotecario, Marion scopre il misterioso diario di un investigatore inglese, Jeremy Matheson, che nell’Egitto del 1928 deve fare luce su una serie di atroci delitti. Alcuni ragazzini dei sobborghi più poveri del Cairo sono stati strangolati da una creatura dalla forza smisurata: per la popolazione un ghoul, un demone vampiro, per Matheson un assassino tutt’altro che incorporeo, forse un uomo ricco e potente, temuto e rispettato. Mentre sprofonda nella lettura, Marion comincia a chiedersi come abbia fatto il diario a finire nella biblioteca di Mont-Saint-Michel. Forse un monaco è coinvolto in quel mistero? O forse c’è un legame occulto tra la vicenda di Marion e quell’antico enigma?

DAVID WELLINGTON "FROSTBITE" book trailer Ita



Frostbite. L'alba del licantropo

La disperata fuga di
una donna inseguita.
Una lotta impari.


“Prima era una donna, e dopo essere stata attraversata dalla luce argentea era un lupo. La trasformazione fu indolore. Fu una sensazione piacevolissima. Fu una sorta di orgasmo incredibilmente intenso che durò una frazione di secondo lasciandola fremente, in estasi. Non si sentiva una donna che si trasforma in lupo. Si sentiva un lupo che si risveglia da un sogno lungo e noioso in cui era costretto a vivere in un corpo di donna.”


L’ultimo suono che vorrebbe udire una donna sola in una foresta è l’ululato di un lupo. Quando capisce che sta per essere attaccata, Cheyenne Clark si rifugia su un albero, ma un lupo grosso, con occhi verdi e lunghe zanne affilate, la morde a un polpaccio. Quella ferita trasforma Chey nel mostro che da anni popola i suoi incubi. E l’unica persona che può svelarle i segreti della sua nuova condizione è proprio l’uomo – il lupo – che l’ha aggredita, e che adesso vuole ucciderla perché non diffonda il contagio. Nei territori artici del Canada, dove le notti si fanno sempre più lunghe e la luna non tramonta, è difficile capire chi è il cacciatore e chi la preda, e chi è più feroce: gli uomini che imbracciano armi caricate con pallottole d’argento o i licantropi tormentati da un implacabile istinto di morte.